Il come vendere all'estero dipendono da te, dalla tua volontà di investire tempo e risorse per cogliere nuove, immense opportunità
Iniziare a vendere all’estero oggi è molto meno complesso di quanto lo era una volta, quando si doveva per forza viaggiare attraverso il mondo con la propria valigetta.
Grazie alle possibilità offerte dalla Rete, dal Marketing Digitale, e dalle nuove tecnologie in generale, è possibile entrare in contatto, anche a distanza, con clienti, buyer e partner commerciali in tutto il mondo, e farsi trovare da chi cerca proprio i nostri prodotti o soluzioni.
La prima cosa da chiedersi è il perché si vuole vendere all’estero.
Le cose cambiano infatti se si vuole esportare per:
– necessità contingenti: stock di merce invenduta, stagionalità del prodotto, calo della domanda perché il prodotto è obsoleto sul mercato interno ma ha ancora sbocchi all’estero…
– scelte di medio lungo termine, ovvero corrisponde ad una visione del futuro.
Se ti stai chiedendo quali sono le buone ragioni per iniziare un processo di internazionalizzazione, puoi leggere l’approfondimento sul perché vendere all’estero.
Debuttare all’estero può essere più o meno difficile a seconda del tipo di azienda, di settore, di prodotto e della disponibilità di risorse umane (come personale con competenze linguistiche e commerciali ad esempio).
Per trovare clienti o distributori sono inoltre necessari tempo e risorse finanziarie, che sia per partecipare ad una fiera o anche solo per individuare i target giusti.
Sarà inoltre necessario fare un minimo di analisi per selezionare i mercati più interessanti per noi secondo criteri da valutare con cura in funzione della situazione aziendale ed economica attuale e futura.
Oggi può essere vantaggioso prendersi il tempo di considerare sia i modelli di business tradizionali (ad esempio i negozi fisici tradizionali se parliamo di business B2C) che quelli più innovativi, in particolare quelli che fanno leva sui canali digitali (valutare l’e-commerce come canale accessorio o principale).
La scelta dei canali ideali deve essere fatta in base ad una riflessione a monte sul proprio modello di business. Per approfondimenti rimandiamo alla pagina Cos’è un modello di business e a cosa serve.
Se l’obiettivo è di realizzare qualche vendita spot qua e là, potrà eventualmente bastare un commerciale Italia, la partecipazione ad una fiera di settore o una pubblicità su Facebook.
Se l’intenzione invece è di sviluppare il fatturato all’estero in modo continuativo è imprescindibile affidarsi ad una figura competente in ambito commerciale export che saprà guidare l’azienda in un processo più strutturato ed evitare di fare investimenti inutili o rischiosi.
Le scelte possibili sono l’assunzione di un Export Manager, la contrattualizzazione di un agente commerciale o l’affidarsi ad un consulente export.
Esiste una 4° soluzione, quella più indicata per le MPMI o PMI che iniziano all’estero, il Temporary Export Manager o Digital Export Manager (TEM digitale o D-TEM). Per approfondimenti rimandiamo alle relative pagine: Temporary Export Manager e Digital Export Manager.
Questo è un momento favorevole per iniziare all’estero.
Ci sono vari bandi, contributi a fondo perduto e agevolazioni di vari enti (MISE – Ministero dello Sviluppo Economico,
MAECI – Ministero degli Esteri, Simest, Invitalia, Regioni, Camere di Commercio …) per sostenere l’export delle PMI e startup italiane.
Chiedici consiglio per individuare gli aiuti che possono fare per te.
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In Lombardia:
Via Papa Giovanni Paolo I, n. 4
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